Avvento. Ho una storia per te

Avvento. Ho una storia per te

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La mia fiaba di Natale:
•Il caffellatte•


Quello nella scodella bianca costolata.
Mio padre me lo portava a letto.
Mia mamma pure.
Mio fratello anche.
Da sempre.
Mia nonna, invece, mi toglieva tutte le coperte e spalancava la finestra in modo che fosse il freddo a farmi alzare, ma me lo metteva comunque sulla scrivania.
Con i biscotti Merenda vicino; quelli nella confezione rossa, quelli che per sciogliersi doveva passare una mezzoretta (tipo come il tempo medio che occorre a me per capire chi sono dopo il risveglio).


Che ancora adesso ogni mattina canto canzoni e penso di averle scritte io, fino a quando qualcuno non mi dice che è la hit dell’estate scorsa.
Che ancora adesso ogni mattina mi chiedo chi sono tutti quei bambini e quando mi chiamano “mamma” capisco che non sono una cantante ma in compenso ho fatto un sacco di figli.


Perché resta che mi sono abituata a svegliarmi del tutto solo quando bevo il caffellatte.
E infatti è successo, quindi, che mio marito anche lui me l’ha sempre preparato.
E adesso i miei figli pure.


Sì: sono loro che mi preparano la colazione

perché io resto fedele alle mie debolezze.


Come tutte quelle che non ti rendono comunque impeccabile.
Quelle che ti lasciano addosso i giorni e tu puoi anche tenertele care, se vuoi, perché hanno una missione speciale: ti rendono •abbracciabile•


Lasciano lo spazio agli altri per entrare e prendersi cura di te.
Le crepe.
Quelle che avevano quasi tutte le scodelle in casa mia.
E che ancora adesso ce le hanno.

Oggi un’amica carissima mi ha detto questa cosa qui che diventa subito degna del giorno 20 di Avvento:


Alle nostre crepe Giordy dobbiamo volergli bene: sono quelle che lasciano passare la Luce!
•Benedette imperfezioni•


{e grazie al caffellatte preparato nelle tazze costolate che continuano a essere la mia fiaba di ogni risveglio}
❤️