Avvento. Calmfluencer

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Che la calma è saltellare.
❤️
Una cosa non ti rende insofferente a priori, per eredità o abitudine, no.
Una cosa ti rende insofferente quando, da quella roba lì, non riesci a difenderti.
Se hai un’insofferenza precisa non è colpa di quella cosa che te la provoca.
È colpa tua che non hai lavorato abbastanza per imparare a difenderti.
Difendersi non significa necessariamente reagire. Significa essere ben corazzati, per far sì che le cose non ti tocchino (troppo spesso) senza il tuo permesso.
{Che ciao a chi lo sa fare sempre, per piacere possiamo conoscerci?}
Per esempio io mi innervosisco tantissimo quando qualcuno mi dice di stare calma se io sono agitata.
Perché la calma non è che io me la porto dietro in una tasca come una caramella e basta che arrivi qualcuno che me lo ricorda allora la pesco, no.
Anche se “grazie mille del suggerimento”.
È come chiedere a un pero di fare un attimo il melo perché così puoi fare la cotognata.
Funziona che se io sono un attimo agitata è perché ho permesso a qualcosa di entrarmi dentro, qualcosa che spesso non mi ha chiesto il permesso, perché capita, eccome!
Allora me ne sto ferma impassibile a fare i conti in separata sede con quella roba lì.
Per vedere di gestire al meglio l’irruzione.
Ma soprattutto funziona spesso, invero, che io saltello proprio quando sono calma.
Anche se non corrisponde allo stereotipo medio.
Allora nel giorno 19 di questo Avvento ci metto i saltelli.
Saltare sui cliché.
Saltare sui preamboli.
Saltare sulle ovvietà.
Saltare sulle insofferenze.
Saltare sulle mancanze.
Per difendersi sempre meglio dall’irruenza di quello che ti entra dentro quando tu non vuoi.
Che se saltelli lo confondi meglio!
Per una calma che sia l’incanto di lasciar entrare quello che vuoi.
O meglio: chi vuoi!
{difendersi}