Cosa stai raccogliendo?

Io a raccogliere le castagne sono velocissima.
Solo che poi non c’è volta che non scivolo, cado, e si rovescia il secchio.
E in quel momento lì, precisamente quando il secchio rotola verso la scarpata, giù in fondo, quando non lo vedo neanche più perché per fortuna in genere io mi fermo prima di lui, realizzo di dover ricominciare da capo.
AbbiFede, il fratello intelligente, mi ha detto che se è una strategia quella di rotolare tra le frasche pensando di raccogliere le castagne che si incastrano nel maglione, forse è meglio rivedere il programma. Visto che poi, tra l’altro, becco su prevalentemente ricci, da togliersi da dosso prontamente. 😅
Eppure quando recupero il secchio ricomincio a raccogliere castagne e punto.
Nonostante.

Un po’ mi ci sono abituata alle mie cadute. Compreso quelle di stile.
E allora ci pensavo.
Ma quante volte, alla sera, si avverte quel sottile disagio all’idea di dover ricominciare un domani pieno degli stessi gesti, gli stessi proprio, di un oggi e di parecchi ieri?
Che domani si ricomincia spesso, comunque, da capo.
E allora ho capito.
È che va bene lo stesso ricominciare in loop se hai chiaro in testa cosa mettere nel secchio.
Va bene lo stesso ricominciare all’infinito se sai cosa vuoi raccogliere, tutto lì.
Che allora Pazienza i ricci che pungono.
Che allora Pazienza la stanchezza.
Che allora Pazienza le cadute.
Allora, la domanda giusta è:
🌰Lo sai cosa stai raccogliendo?🌰

{Comunque alla fine sono talmente velocissima a raccogliere castagne che i miei figli ne hanno raccolte più di me 😒
E meno male che la storia del paragone, ormai, ho imparato a togliermela da dosso prontamente come i ricci…}