Strategia della felicità

Ci sono tante cose con la coda.
Le volpi hanno la coda.
I gatti pure.
La mamma ogni tanto.
E poi c’è lui. Il pianoforte. Che quando ha la coda è perché ha trovato uno spazio serio dove raccogliere e diffondere armonia.
Io qui, in questa stanza, su questa tastiera, ci sono cresciuta dentro. Nella sala concerti del conservatorio. A girare la ruota del sedile per abbassarlo ogni volta un pochino, mentre le gambe si allungavano. A lasciar camminare le dita sulla tastiera come stava scritto sullo spartito, mentre il cuore batteva fuorviando sempre il ritmo giusto. Perché l’emozione del pubblico non l’ho mai superata. E non sono mai riuscita nemmeno a convertire l’ordine integerrimo di Bach nel mio armadio, che resta perennemente sottosopra.
Ma ho desunto una cosa: che chi si affaccenda col pianoforte viene chiamato pianista. Allora chi si affaccenda con le idee si può chiamare idealista.
Ecco.
Amo le righe perché sono quelle del pentagramma che traduce i suoni. Amo le idee perché sono quelle che traducono i sogni.
Educare al fatto che cercarle è un gesto attivo, è strategia della felicità!
{ecco perché nel nostro libro favola le abbiamo rese protagoniste: Mamma cos’è un’idea? Ti rispondo a colori! 🦊🐔🌈 }