Il Tempo

Di ampolle che contengono il tempo qui è pieno.
Il tempo che manca è un leitmotiv. Manca il tempo per le cose semplici, per la chiacchierata con l’amica storica, per cucinare, per leggere un buon libro e per curare le passioni. L’unico tempo libero si condensa nei 15 giorni di ferie estive. E il tentativo è sempre quello di buttarci dentro di tutto e di più, tutto quello che è mancato nei restanti 350 giorni.
Le mamme hanno un’opportunità straordinaria: quella di riprendersi questo tempo. L’opportunità di fermarsi a covare (perché le galline quando covano non fanno altro, stanno immobili sulle loro uova aspettando che si schiudano). L’opportunità di uscire dai ritmi frenetici del mondo.
Purtroppo però non sempre questo tempo si riesce a concepirlo come un’opportunità. Troppi sono gli input esterni che ti condannano mentre semplicemente tu, mamma, stai facendo ciò che di più naturale e speciale esista. E lo stai facendo ricevendo il dono del tempo. Non vuol dire perdere tempo, come tutto e tutti sembrano dire! Vuol dire ritrovarlo.
Questo post nasce dalla domanda che mi ha fatto un medico, per altro donna: qual è il suo mestiere? Ho risposto: La mamma. E lei, con l’occhio tendente all’impudente, visibilmente vestita di caustico cipiglio ha detto: Bhè si dice casalinga. Rispondo: No, guardi. SI dice mamma.
Una puntualizzazione: se essere mamme significa essere fuori dal tunnel, tanto che non ci si possa nemmeno classificare tali, allora è un segnale evidente di liquefazione della società! Esserne fuori, però, racchiude opportunità e privilegi innumerevoli. Una mamma può passare minuti alla finestra per raccontare il mondo che vi passa davanti al suo piccolo senza sentirsi di perdere tempo. Una mamma può permettersi di non sapere se oggi è lunedì o martedì. Una mamma può permettersi di perdersi fuori dalle logiche del tempo moderno. E dentro quelle logiche si fa presto a ritornarci, molto prima che a uscirne. Non so ma credo che la capacità di riprenderselo, il proprio tempo, sia forse la ricetta migliore contro lo stress. Ma come possono accorgersene quelli che corrono sulla ruota come i cricetini? Perdendo, per effetto della forza centripeta, anche il contatto con loro stessi e i loro bisogni? Meno male che tutti i giorni c’è chi fornisce loro, attraverso impulsi di compulsivo consumismo, ottime scusanti valide per continuare a correre inutilmente sulla loro ruota. Meno male.