La felicità

Cercare funghi è una passione che mi travolge! Ho capito solo oggi mentre mi aggiravo tra i faggi quanto somigli la ricerca di funghi alla ricerca della felicità. Già solo per il fatto che entrambe le cose mi mettono le ali. Non importa l’abbondanza del raccolto, è la ricerca in sé che mette l’adrenalina e accende quella sana follia propria dell’infanzia. Ecco alcuni trucchi che ho messo in fila:
– Mentre si cammina mai buttare lo sguardo troppo vicino, rischieresti di non vederli se fossero lontani anche solo un metro; ne’ troppo lontano perché le foglie e i rami e l’erba li maschererebbero. È necessario individuare quell’angolatura giusta che consenta una visuale dettagliata ma abbastanza ampia. Come per la felicità: è inutile guardare troppo lontano, ne hai bisogno ora e soprattutto rischieresti di confonderla con altre cose. E neanche guardare troppo vicino: rischieresti di non accorgerti nemmeno di esserci già in mezzo.
– Buttare preferibilmente lo sguardo verso l’alto e non verso il basso, così è più probabile scorgere un porcino. Per la felicità? Bhè con gli occhi rivolti verso l’alto sicuramente è più facile individuarla. Basta anche solo provare a guardare in su, cambia subito l’umore… Mia nonna sostiene che se ci si ferma a guardare in basso con lo sguardo fisso si invecchia e si rimbambisce!

– Essere sempre consci di dove ti trovi, specialmente rispetto al punto da cui sei partito, assolutamente ancora di più rispetto al luogo dove pensi di essere diretto. Rischieresti di perdere la strada e di non lasciarti guidare dall’istinto nella ricerca concentrandoti solo ad un arrivo. E un arrivo vero e proprio non esiste nemmeno, perché un fungo non puoi sapere dove si trova. Mentre è fondamentale sapere dove hai lasciato la “campagnola” o “jeep” che dir si voglia. Così per la felicità: non bisogna ostinarsi su una meta, perché potremmo trovarla anche nel percorso. Ma per essere certi di poterla mettere a frutto bisogna ricordare da dove si è partiti. Da dove si viene. Dove sono le nostre radici. Per non perdersi. Se ci si perde da se stessi nessuna felicità puó raggiungerci!
– Avere qualcuno a cui mostrare il bottino e con cui condividerlo. Al ritorno la cosa più bella è mostrare la gerla con il tesoro. Se no il senso non è più lo stesso! Potere raccontare a qualcuno come e dove si sono trovati: questo era in una scarpata, questo era coperto dalle foglie, questo era vicino a quest’altro e così via.. Stessa regola per la felicità: avere qualcuno con cui condividerla per moltiplicarla!
– Un’altra regola: il rispetto e l’amore per il bosco. Stessa cosa: non esiste felicità senza il rispetto. Il rispetto di quello che è il proprio bosco: se stessi! Non esiste felicità senza amore e rispetto verso se stessi!

Pensa un po’ che storia scoprire che per essere felici basta mettere in pratica le regole del cercatore di funghi! E io che non trovavo un gran senso a questa stramba passione!!!!
Un valido motivo per portarci i figli, ecco! Sia mai che con un allenamento costante alla ricerca di funghi si trovino ad essere capaci di raccogliere agevolmente felicità! Sperando di non perdere loro mentre cerco funghi…