Presentimento: ingredienti per affrontarlo

Presentimento: ingredienti per affrontarlo

Sempre più intrisa dello spirito natalizio, sfodero riflessioni che hanno il sapore del contorno di verdura. Quello che al ristorante si sceglie per ultimo e senza particolare entusiasmo. In genere. Un po’ inutile diciamo. Ho a lungo riflettuto sul presentimento. Quell’ombra inutile, per l’appunto, che si tende a portare addosso anche quando splende un sole incredibile e ho redatto, con spiccata irriverenza, un elenco delle cose utili per affrontarlo.

Pensando di disporre un lascito di parole a mia figlia. Laddove un giorno dovesse trovarsi condita di svilimento senza una vera e propria causa reale! Per mio figlio le parole non credo servano. A lui lascerò una ricetta che non le contenga. Che i maschi, in genere, dalle stesse si sentono schiacciati come le noci in mano a mia nonna. Quando dico presentimento mi riferisco a quella martellante coltre di sensazioni vestite da veggenti, che si avvicendano a ossessionare le menti generalmente in prossimità di prove, esami, esiti, selezioni, colloqui, ma non durante, prima. Ovvero quella chiara idea che sagacemente ci convince che la versione peggiore delle suddette questioni avrà il sopravvento. La prova andrà male. L’esame ancora peggio. L’esito sarà devastante. La selezione disastrosamente. Il colloquio un fallimento. E tutto senza la minima riprova tangibile e obiettiva che questa soluzione possa effettivamente compiersi secondo tale linea. Allora cosa fare?

1. Il presentimento si presenta spesso la sera tardi. Quando fuori c’è buio e quando il silenzio del mondo che dorme lascia spazio al rumore assordante dei pensieri privi di un senso proprio. Quelli recidivi e ciclici. Ecco, in questo caso, suggerisco di andare a dormire mettendo tutto sotto il cuscino, perché buona parte di questi presentimenti si mitigheranno con il sorgere del nuovo giorno. Grazie alla luce e alle voci del mondo che oscurano il rumore dei pensieri insensati e recalcitranti della sera prima. Quindi, cara figlia, vai a letto!
2. Il presentimento si accompagna spesso a una tanto elevata quanto documentabile assenza di elementi oggettivi. Consiglio di prendere carta e penna e scrivere le motivazioni secondo le quali questo presentimento dovrebbe essere preso in considerazione realmente. Per poi, abilmente, confutarle una ad una. Se non sussistono, al momento, questioni reali per porre su di esso attenzione, smettere immediatamente di riporvela. Quindi, cara figlia, prendi un foglio bianco e una biro e fai un elenco dell’assurdo di cui sei preda!
3. Spesso il presentimento si genera a seguito di eccessivi “pensieri pensati”. È necessario che questi assumano un moto proprio che li conduca gentilmente fuori dalla mente. Per nom germogliarvi. Bisogna ritagliarsi subito il tempo necessario per fare un po’ di moto, obbligandoli così al movimento dell’uscita! Quindi, cara figlia, prendi e vai a correre, oppure spacca un po’ di legna.
4. Il presentimento generalmente impedisce una crescita di sani pensieri oscurando ogni sorta di possibilità di uscita dall’ombra stessa che genera. In momenti non sospetti è opportuno prevedere una strategia di attacco. Nel momento della lucidità è opportuno compilare alcuni bigliettini con indicazioni di gesti semplici e alla portata quotidiana, che abbiano un effetto positivo su di sé. Questi andranno ripiegati e riposti dentro ad un vasetto vuoto di marmellata e messi a dimorare in un luogo sicuro. Poi al bisogno si pescherà il rimedio del giorno. Che inevitabilmente conterrà un gesto capace di restituire ottimismo che mai, in preda alla sindrome da ottimismo, si sarebbe pensato per sé. Che ne so: leggere un fumetto, comprarsi un buon libro, farsi una doccia calda, preparare una torta di tagliatelle, giocare col pongo, mangia un cioccolatino con la nocciola. E via… E applicare sul vasetto della marmellata vuota una etichetta con scritto “gesti estremi”. Quindi, cara figlia, prenditi il tempo per isolare gesti buoni che ti fanno bene, per segnarli e pescarli al momento del tedio.
5. Secondo esperienza comprovata da me medesima, il presentimento si abbina perfettamente con l’insana abitudine di riporre eccessive aspettative sulla propria capacità di governare gli eventi. Un’accoppiata portentosa come l’arrosto con patate. “Scendere dalla brocca” è l’unico rimedio. Cioè rimettere i piedi in terra. Verificare che siano ben piantati, da lì guardarsi intorno, e pianificare una valida alternativa nell’universo del possibile. Ci sarà bene una variabile a cui fare appello qualora il suddetto presentimento risultasse essere tale realmente? Quindi, cara figlia, realizza che ci sono cose ingovernabili ma ce ne sono tante altre possibilmente attuabili. Coltiva delle piante e osservale crescere. Ti aiuterà a capire che il mondo, comunque, va avanti e c’è sempre qualcosa che nasce!

E comunque un buon rimedio per combattere l’ombra resta quello di esporsi al sole e all’aria aperta!
Il mondo saprà raccontarsi da solo nel suo splendore!