Un nodo blu. Contro il bullismo e il cyberbullismo

Un nodo blu. Mi fa pensare alla cravatta del mio papà. Che per mestiere la indossava ogni santo giorno, domenica compresa.
Ricordo di una volta in cui lui è salito sulla corriera, anche lei blu, quella che prendevo per andare a scuola, e si è diretto verso l’ultima fila. La fila occupata da quei ragazzi che ogni mattina riversavano le loro frustrazioni sugli altri sotto forma di pessimi atteggiamenti vessatori. Quelli che bisognava stare attenti a guardarli negli occhi, per non diventare la preda del giorno.
Ecco ricordo questo: il mio papà parlava loro in maniera severa col dito alzato; io sentivo ma io non ascoltavo, cercando di mimetizzarmi un po’ col cappuccio della giacca un po’ col seggiolino. Poi lui è sceso, una pacca sulla spalla all’autista: “tienili d’occhio”, e siamo ripartiti. Il giorno dopo sono salita sulla corriera blu e loro mi aspettavano. Mannaggia era da dire. Uno mi ha spento una sigaretta sul palmo della mano e mi ha detto: vallo a dire a papà.
Sono passati tanti anni e ora, da madre, a ripensarci mi viene un nodo in gola. Non so se sia blu pure quello. E sapete perché? Non soltanto perché abbia il timore che uno dei miei figli possa subire le angherie del moderno bullismo semplificato dal mondo DuePuntoZero.
Ma soprattutto perché non vorrei mai che siano proprio loro a metterlo in pratica. A sedersi, rigonfi di tanta ignoranza, su quell’ultima fila. Perché nessuno è esente. Allora mi chiedo: come posso educare i miei figli a non sentire il bisogno di deridere e prevaricare con violenze, anche solo verbali, i compagni? Come educarli a prendere le distanze da questi atteggiamenti in maniera chiara e coraggiosa? Da sola posso fare poco credo. Perché questo è un lavoro di sistema. Ecco perché, nel dire no al bullismo uso questa immagine: perché nessuno mai si salva da solo.
E per contrastare il germe del sopruso abbiamo bisogno di sfoderare tutte, ma proprio tutte, le risorse a disposizione. E grazie di cuore al mio papà che, dentro alla sua divisa e nel suo agire quotidiano, mi ha insegnato proprio questo: nessuno si salva da solo. È vero.
•Ma tutti insieme si può salvare anche uno solo!•